sabato 4 aprile 2020

STEP #2: Ad ogni cultura le proprie parole

Il significato del concetto del corpo dipende dal mondo culturale che genera quei risultati. Se ricerchiamo la parola corpo nella cultura greca antica, troveremo che a partire da Omero, i greci non avevano alcuna concezione del corpo e dell’anima. Con la parola σῶμα (soma) si indicava il cadavere. Quando si parla di ψυχή (Psyché) non ci si riferisce all’anima ma all’ultimo respiro esalato prima della morte, dopo di che l’ “anima” (termine improprio per la prospettiva greca) vola nell’Ade. Per esempio quando Ulisse scende nell’Ade e vuole avere delle informazioni da Tiresia quest’ultimo è costretto a bere sangue umano perché senza l’elemento corporeo non può parlare. In quest’ottica dunque non possiamo parlare del rapporto corpo anima ma di corpo mondo. Il corpo è espressione in diretta reazione con il mondo circostante e non è rappresentazione di un sentimento interiore.

In aramico la parola nefeš  che compare circa quattrocento volte, ha svariati significati tutti comunque collegati al concetto di vita; come per esempio gola, con accostato met: vita morta, ovvero i cadaveri; Anche nella cultura giudaico cristiana dunque non c’è alcuna idea dell’anima ma è tutto affidato alla corporeità.

È con Platone che nasce il dualismo corpo-anima. Egli vuole trovare una conoscenza universale che valga per tutti:  se partiamo dalle sensazioni corporee non si può trovare l’oggettività. Bisogna ricorrere a numeri e idee. E dove sono? Nella Psyché. Il corpo offusca la mente poiché è preda di passioni, è folle e non può essere razionalizzato.

Nel momento in cui la Bibbia viene tradotta dall’aramaico al greco, il termine nefeš analizzato precedentemente, viene tradotto con Psyché e si porta tutto il concetto platonico. E anche il cristianesimo assume l’impianto ontologico della filosofia greca e lo rende luogo in cui incardinare la fede. Fautore di questa linea è Agostino d’Ippona che si serve della dottrina platonica per affermare la corruttibilità del corpo e la superiorità dell’anima.

Facendo un enorme salto temporale arriviamo al 1600 e alla nascita della scienza moderna con Cartesio. Il filosofo afferma che si possa arrivare a una conoscenza del corpo solo a partire da quello che il mio cogito pensa con idee chiare e distinte filtrate attraverso le categorie della fisica. Si passa dal corpo all’organismo,  al corpo medico osservato dal punto di vista tecnico. Siamo riconoscenti a Cartesio per aver decisamente favorito la nascita della medicina. Tuttavia non dobbiamo limitare la visione del corpo a mero organismo. Perché non è così.



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