venerdì 5 giugno 2020

STEP #24: CONCLUSIONI

Corpo è una parola che, anche se apparentemente  semplice, racchiude in se tantissimi significati. In scienza si parla di corpo celeste, di corpo rigido; un corpo è un agglomerato di persone;  e, perchè no, anche le idee hanno un corpo, come ci propone Leopardi, all'interno dello Zibaldone.

Nonostante le sfaccettature di questa parola, la maggior parte delle persone, così come è emerso dal sondaggio, pensano, quando si parla di corpo, al corpo umano. Questa associazione non ci deve sorprendere: il corpo è al tempo stesso "gabbia" e luogo utopico per eccellenza. Questa è la visione di corpo che ci propone Foucault, filosofo francese contemporaneo. Un corpo che è visibile solo attraverso il luogo dello specchio, definito da Foucault stesso come eterospazio.

La concezione di corpo cambia nel tempo, si modifica insieme alla storia e alla società. Dimentichiamo per un attimo il corpo perfetto nelle misure e nelle proporzioni di Leonardo da Vinci, icona dell'epoca rinascimentale. Partendo dall'antica Grecia, la Grecia di Omero, il corpo, così come lo intendiamo oggi nella sua totalità, non esisteva. Ci si riferiva infatti alle singole parti quali braccia, gambe, petto, ma mai al corpo intero, se non quando bisognava indicare un cadavere.

Con Platone nasce il concetto di dualismo anima-corpo; e ancora, la Chiesa nel medioevo, si prende il diritto di controllare il corpo dei cristiani, imponendo punizioni corporee e limitazioni.

Il controllo del corpo penso sia uno dei problemi che ancora oggi colpisce gran parte della popolazione. Si pensi al corpo-oggetto della donna all'interno delle pubblicità, o alla violenza fisica da parte delle autorità: la morte di George Floyd ne è un esempio.

È proprio da questi sensazioni di disagio che molti artisti prendono ispirazione.

Catullo, presenta il corpo di Attis come uno strumento per la ribellione, necessario per imporsi contro il potere dominante della polis. Fritz Lang denuncia, attraverso il film Metropolis, lo sfruttamento del corpo degli operai all'interno delle fabbriche. Yves Klein, con la sua opera Antropomorphie vuole dare voce a tutte quelle modelle che da sempre hanno avuto un ruolo passivo all'interno dell'arte. Alda Merini, ossessionata dal suo corpo, lo vive come un peso, una limitazione e al tempo stesso come strumento necessario per vivere a pieno qualsiasi tipo di esperienza. Daniel Pennac vuole accompagnare il lettore alla scoperta del mondo visto e sentito attraverso il corpo, mai veramente ascoltato. Il disegno realizzato per lo step #3, cerca di racchiudere il messaggio della canzone di Caparezza, "fai da tela", a mio parere una delle poche canzoni che riesce a esprimere in modo esaustivo il rapporto tra l'uomo e il suo corpo. 

L'uomo ha ovviamente dei limiti, dovuti alla natura stessa del corpo o che dipendono da fattori esterni, si pensi al covid-19. Nonostante in un futuro prossimo se ne avrà la possibilità, bisogna chiedersi fino a che punto è giusto usare le nostre conoscenze e le nostre tecnologie per modificare la natura dell'uomo.


STEP #23: indagine sul corpo






STEP #21: Editing genetico, pro e contro

Quando si parla di corpo, in un epoca in cui si è sempre più dipendenti dalle tecnologie e dalle intelligenze artificiali, è importante, anzi indispensabile, riflettere sulle ripercussioni che queste innovazioni stanno portando.

Nasce quindi negli anni 30 del Novecento, la bioetica, una dottrina che si propone di indagare il comportamento dell'uomo di fronte ai concetti del bene e del male e pone come base l'idea che "tutti gli esseri viventi hanno diritto al rispetto e devono essere trattati non come mezzi" (Fritz Jahr, colui che coniò il termine 'bioetica').

Proprio perché si parte dal concetto di Uomo, le diramazioni della bioetica sono numerose e trovano applicazione in moltissimi campi: l'accanimento terapeutico, la clonazione, la fecondazione, la disabilità, l'eutanasia, l'aborto…

È giusto chiedersi dunque fino a che punto è giusto usare le nostre conoscenze e le nostre tecnologie per interagire e modificare la natura dell'uomo?

Soffermiamoci ad esempio su una tecnica che è stata inventata intorno al 2015 per la modificazione dei geni: la tecnologia CRISPR permette agli scienziati di realizzare dei cambiamenti al DNA delle cellule tramite una proteina, Cas9, capace di cercare, tagliare e degradare il DNA in modo preciso. Ma se da una parte, questa potrebbe portare ad una rivoluzione per la cura delle malattie genetiche, molti pensano che possa iniziare tra qualche decennio l'era dell'editing genetico. Si inizierà a parla di esseri umani "di design". Di rendere le persone migliori.  Ma cosa significa "migliore" quando si parla dell'uomo? È una domanda difficile.  Ognuno di noi, quando si guarda allo specchio, vorrebbe modificare qualcosa del proprio corpo: essere più alto, più magro, avere gli occhi di un altro colore. Tutto questo un giorno potrebbe essere reale, e sarebbe molto seducete per tutti penso. Ma c'è l'enorme rischio che molti scienziati intraprendano la strada dei bambini "geneticamente modificati". I genitori potrebbero scegliere tutte le caratteristiche, sia fisiche che mentali, dei proprio figlio. Si parla di hackerare il codice umano, un codice che non esisterebbe più perché distrutto dalla scienza e dal progresso. Verrebbe meno la natura prima dell'uomo e questo porterebbe alla scomparsa dell'umanità così come la conosciamo noi. 



Da <https://www.ted.com/talks/jennifer_doudna_how_crispr_lets_us_edit_our_dna/transcript>

giovedì 4 giugno 2020

STEP #20: Il corpo della Parola

«L’intelletto non potrebbe niente senza la favella, perché la parola è quasi il corpo dell’idea la più astratta […] è cosa materiale, e l’idea legata e immedesimata nella parola è quasi materializzata» [Zibaldone, 1657] 

Queste parole sono tratte dallo Zibaldone, diario personale di Leopardi dove raccoglie tutti i suoi pensieri, appunti, riflessioni.

Penso possano essere una via per conoscere e capire parte del pensiero linguistico e della filosofia di Leopardi. La realtà per Leopardi è conoscibile solo attraverso la parola e l'uso che si fa di essa. L'origine dell'uomo ha atto nel momento in cui l'uomo dà un nome a se stesso e a ciò che lo circonda: tutto, al principio, era quindi riconducibile alla poesia.

Secondo Leopardi, la società come la conosciamo oggi non esisterebbe se non si fosse sviluppata la capacità di parlare. Le idee hanno bisogno delle parole per entrare in contatto con il mondo esterno: «Nelle parole si chiudono e quasi si legano le idee, come negli anelli le gemme, anzi s’incarnano come l’anima nel corpo, facendo seco loro come una persona» [Zibaldone, 2581]

Senza la parola non sarebbe possibile alcuna forma di comunicazione tra gli esseri umani. Così come l'uomo non esisterebbe senza il corpo, la società non esisterebbe senza l'idea.

L'importanza della parola è un  tema molto sentito da Leopardi all'interno dello Zibaldone e molto spesso sfocia in un argomento molto più ampio e complesso: la lingua. La lingua per Leopardi può essere paragonata ad un essere, un organismo che cresce, che si evolve nel tempo e nelle dimensioni.

Lingua e parola sono due aspetti intrinsechi della società e uno non esisterebbe senza l'altro. La similitudine tra la parola e il corpo è spesso presente all'interno del linguaggio leopardiano, possiamo dire infatti che la lingua è il corpo della società, e la parola rappresenta lo scheletro.

 

Da <https://www.donzelli.it/libro/9788868439477>

Da <http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/Leopardi/Gazzeri.html>


STEP #19: Di fronte uno specchio



Immaginate di trovarvi di fronte uno specchio.

Cosa si vede? Se stessi.

La prima cosa che salta all'occhio è la figura della propria persona. E se ci pensiamo bene è effettivamente l'unica modo che abbiamo per vedere il corpo nella sua totalità. 

Lo specchio, oggetto sì tecnologico ma comunque presente in natura, basti pensare ad una superficie d'acqua o a dei particolari minerale, rende possibile la conoscenza di sé.

Ma la natura duplice dell'oggetto ci porta su due strade di pensiero: lo specchio paradigma della realtà o lo specchio illusionistico, paradigma della falsità. 

Nello specchio, secondo Foucault,  mi vedo la dove non sono, in uno spazio irreale che si apre dietro una superficie. Inoltre nella riflessione dello specchio, che potrebbe sembrare una fedele rappresentazione della realtà, bisogna includere il punto di vista dell'osservatore, colui che si trova di fronte lo specchio. È proprio a questo punto che la concezione di verità viene a rompersi e il corpo riflesso si manifesta come una utopia, proprio perché appartenendo ad un altro spazio è irraggiungibile.


STEP #18: Mai altrove?

"Lui sarà sempre là dove sono io. […] E' irrimediabilmente qui, mai altrove". Michel Foucault, filosofo contemporaneo, si sta riferendo al proprio corpo. Al corpo di ognuno di noi, a questo compagno assiduo con il quale siamo obbligati a trascorrere tutto il nostro tempo.

Premettiamo che alla base del suo pensiero vi è la concezione di Utopia come "un luogo fuori dai luoghi", tutto ciò che è fisicamente irraggiungibile per l'uomo è un utopia.

 

Partendo da questo concetto Foucault arriva ad affermare che il corpo è un luogo topico; ogni giorno la nostra persona è costretta a vivere in un corpo, e questo corpo è fisico, collocabile nello spazio. È la gabbia di ognuno di noi, e non si può fuggire. È una presenza con la quale si è condannati a condividere sempre il proprio spazio.

Tuttavia da sempre l'uomo cerca dei modi per evadere dalla propria prigione corporea, crea delle utopie. Foucault ci porta a riflettere sul ruolo che hanno ad esempio i riti della mummificazione per gli egizi, o le maschere d'oro per i micenei, o ancora tutti quei mondi fatati nei quali l'uomo  sogna corpi immensi, smisurati, che divorano lo spazio e domino il mondo (nella storia troviamo numerosissimi esempi, a partire da Prometeo fino a Gulliver).

Il trucco, i tatuaggi, le maschere per gli antichi non erano un modo per modificare la propria persona, per abbellirsi, anzi era un qualcosa per entrare a contatto con gli esseri superiori. E ancora, l'anima dove la si può collocare? Possiamo dire che alloggia all'interno del corpo, ma è libera di viaggiare attraverso l'immaginazione, attraverso i sogni: è capace di andare altrove, di distaccarsi dal corpo materiale per scoprire nuovi posti.

 

Ma se tutte queste utopie nascono dal corpo, è possibile parlare di corpo topico?

A questo punto Foucault ribalta completamente il suo punto di vista, il corpo topico diventa il corpo utopico per eccellenza, il nostro è un corpo "ambiguo", presente e assente al tempo stesso. Afferma che "Il mio corpo è la Città del Sole, non ha luogo, ma è da lui che nascono e si irradiano tutti i luoghi possibili, reali e utopici".

Così come i bambini, che non hanno l'intera consapevolezza del proprio corpo, noi inganniamo noi stessi pensando di conoscere il nostro corpo nella sua completezza. Pensiamo al retro della nostra testa, alla schiena, alle cavità presenti sul corpo. Sappiamo dove si trovano, conosciamo il loro ruolo, se qualcuno si trova alle nostre spalle percepiamo una presenza estranea. Ma noi da soli non saremo mai capaci di vederli.

 

È solo attraverso la morte, lo specchio e l'amore che l'uomo trova dei modi per placare l'utopia del corpo. La morte rappresenta il concetto di immobilità, non è più possibile un interazione con il prossimo e allora non si può più focalizzare l'attenzione su un movimento, o su una determinata parte del corpo, ma si deve considerare il cadavere come una unità. È anche per questo che nei greci la parola "corpo" veniva usata solo per riferirsi ai cadaveri (*). Lo specchio è un oggetto che da vita ad un luogo non reale. Esso però ci fa scoprire che abbiamo un corpo, che questo corpo ha una forma, che questa forma ha un contorno, che in questo contorno ci sono uno spessore, un peso: insomma che il corpo occupa un luogo. E questa scoperta la si può ritrovare anche nell'atto dell'amore. La nudità di fronte un'altra persona ti rende consapevole di ogni parte del tuo corpo, si riesce a placare l'utopia del corpo.

 

Il corpo da "gabbia" esposta al mondo, punto zero del mondo, convoglio di tutti i punti di riferimento spaziali, temporali e immaginari, diventa sorgente e volontà utopica.



  

Da <https://www.doppiozero.com/materiali/di-quale-corpo-ci-parla-foucault>


mercoledì 3 giugno 2020

STEP #17: Abbecedario del corpo...

A: armonia

B: benessere

C: celeste

D: dinamico

E: elastico

F: flessione

G: gravitazionale

H: hussita

I: incandescente

L: luminoso

M: militare

N: neutro

O: opaco

P: puntiforme

Q: quantico

R: resistente

S: statico

T: titanico

U: umano

V: vitale

Z: zebrato


STEP #16: Un'icona della cultura contemporanea



 

L'uomo Vitruviano di Leonardo è uno dei disegni più identificabili del Rinascimento, e forse uno dei disegni più importanti al mondo.

Leonardo è riuscito a combinare matematica, religione, filosofia, architettura e abilità artistiche del suo tempo.

Nel 1978, Manfredi Tafuri, attraverso queste parole ci aiuta a comprende il significato di questa opera: “in questo disegno si visualizza il microcosmo dell’uomo, tema caro alla tradizione platonica e neoplatonica, in rapporto all’ordine del cosmo e a quello creato ex novo dall’architettura”. L’uomo, a metà tra divino e terrestre, sarebbe un elemento di raccordo capace di unire i due mondi.

 

Trovandoci nel contesto storico del Rinascimento, molti artisti, filosofi e letterati riprendono e riformulano i problemi che si erano posti nell'epoca classica. Quello che fa Leonardo è dare una propria interpretazione al problema della quadratura del cerchio, il cui scopo è costruire un quadrato che abbia la stessa area di un dato cerchio, con uso esclusivo di riga e compasso. È forse questa sua innovativa interpretazione che ha reso il disegno così famoso, in quanto molti artisti nel tempo si erano dedicati allo studio nell'opera di Vitruvio, senza però mai arrivare ad una soluzione soddisfacente. 


Oltre l'aspetto puramente grafico e artistico, e quindi mettendo da parte tutto lo studio anatomico che Leonardo ha fatto per rappresentare l'uomo in quelle che lui riteneva essere le misure più proporzionate, molto interessante è il valore filosofico dell'opera. 

In quel periodo in Italia stava nascendo una nuova corrente filosofica, il Neoplatonismo, di cui Pico della Mirandola era uno degli esponenti. Egli sosteneva che nella scala gerarchica dell'Universo creata da Dio, l'uomo non si deve pensare che possa ricoprire una posizione fissa. Anzi, l'uomo secondo Pico, poteva strisciare verso il basso della catena e comportarsi come gli animali, oppure verso l'alto, comportandosi come una divinità: la scelta spetta ad ognuno di noi. Nel disegno di Leonardo si nota come, cambiando posizione, l'uomo riesce a riempire le aree inconciliabili del cerchio e del quadrato. 

L'uomo può quindi riempire qualsiasi forma le piaccia e se pensiamo che il linguaggio geometrico sia alla base delle regole dell'universo, Leonardo ci vuole dire che possiamo esistere in tutti i suoi elementi. 




Da <https://www.finestresullarte.info/525n_uomo-vitruviano-leonardo-da-vinci-storia-e-significato.php>

Da <https://www.ted.com/talks/james_earle_da_vinci_s_vitruvian_man_of_math/transcript>

STEP #24: CONCLUSIONI

Corpo è una parola che, anche se apparentemente  semplice, racchiude in se tantissimi significati . In scienza si parla di corpo celeste, d...