lunedì 18 maggio 2020

STEP #4: Il corpo per evadere

Cibele, divinità proveniente dall’Asia Minore, diffusasi in seguito in Grecia fino a toccare l’Urbe, era connessa con la terra e la fecondità naturale e portava con sé anche la pratica dei riti orgiastici. Nel tempo, accanto alla dea, si va affiancandosi un giovanotto frigio di nome Attis. Non riporteremo tutte le varianti del mito; ci interesseremo invece della reinterpretazione che Catullo -poeta neotero del primo secolo a. C- fa di questa storia nel suo Carmen 63. Per interpretare al meglio l’intenzione di Catullo, primo appunto fondamentale da fare riguarda la provenienza di Attis: egli non è più un fanciullo frigio come da tradizione, ma greco, cresciuto dunque all’interno dei valori della Polis.

Un giorno, dunque, Attis decide di abbandonare la sua città, spinto da un desiderio fortissimo di trovare la dea Cibele e diventare suo sacerdote. Approdato in Asia, si addentra nella foresta alla ricerca della dea e in preda al furor si recide il membro maschile con un coltello di selce, pratica obbligatoria per i sacerdoti della dea, liberandosi così di un peso che ostacolava il suo desiderio. Il mattino seguente, però, con le prime luci del giorno, Attis realizza il gesto che ha fatto e se ne dispera.

Perché questo ripensamento? Bene, molti studiosi, concordano sul fatto che andando a modificare il proprio corpo, Attis rifiuti di diventare maschio adulto, eterosessuale. Nel cercare però, un’identità diversa rispetto a quella maschile “politica”, trova la tragica imitazione di un’identità femminile ben riconosciuta all’interno della gerarchia di potere. In poche parole ritrova le stesse forme del dominio da cui fuggiva. Vivrà il proprio futuro nella figura subalterna e non integrata dell’uomo sterile.

Il corpo per Attis è uno strumento. Il modificarlo corrisponde a un forte e deciso atto di ribellione che si scontra però con la consapevolezza che non si può soprassedere ai rapporti di potere della polis. 

Oggi, Attis troverebbe una comunità che sta crescendo e sta abituando lo sguardo a corpi liberi di scegliere la propria forma.



A. M. Morelli, Diventare uomo, diventare donna. L’Attis di Catullo, in A. Sannella, M. Latini, A. M. Morelli, La grammatica della violenza. Un’indagine a più voci, Milano-Udine, Mimesis, 2017, pp. 31-41.

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