lunedì 25 maggio 2020

STEP #7: Negare il Corpo vuol dire negare l'Arte

Corpo, ludibrio grigio

Corpo, ludibrio grigio

con le tue scarlatte voglie,

fino a quando mi imprigionerai?

anima circonflessa,

circonfusa e incapace,

anima circoncisa,

che fai distesa nel corpo?

(da “La Terra Santa” 1984)

 

Nella cultura occidentale, il corpo, con la filosofia di Platone, è qualcosa di alieno che tiene incatenata la vera essenza del proprio essere. E se il corpo è identificato con la figura della donna, questa di conseguenza viene considerata un essere inferiore in preda solo ai propri istinti e totalmente priva di controllo, aspetto che le viene ricordato sempre fin dalla nascita, sviluppando in lei un profondo senso di sfiducia in se stessa e nelle proprie capacità. Pur essendo considerata un essere inferiore, essa è comunque fonte di minaccia poichè il suo corpo è costante fonte di attrazione e distrazione per l'uomo, che prova nei suoi confronti un atteggiamento di attrazione-repulsione. 

E' un'ossessione, quella che Alda Merini prova nei confronti del suo corpo. Un corpo che per la maggior parte del tempo è visto come un peso, un intralcio alla sua tensione verso l'altro, sia esso Dio o una figura maschile. E questo suo sentimento di disagio è presente in molte delle sue opere, in particolare nella raccolta "la Terra Santa": "Corpo, ludibrio grigio" è a mio parere, una delle poesie che mostra maggiormente questi suoi sentimenti. 

Ma, se da una parte la Merini si considera come una donna vittima delle pressioni di natura culturale e religiosa fatte da sempre sulle donne, al contempo, spinta da una critica più razionale su se stessa e sulla concezione del proprio corpo, arriva a considerarlo come strumento necessario per vivere a pieno qualsiasi tipo di esperienza, sia essa il contatto con la terra, il rapporto con gli uomini o la nascita di un bambino. Bisogna arrivare alla consapevolezza della propria sessualità. 

"Negare il corpo vuol dire negare l'arte e negare l'arte vuol dire negare l'anima": Alda Merini comunicava con il suo corpo, tutto quello che percepiva lo faceva passare da esso e la sua poesia ne era profondamente influenzata: le parole erano frutto di ciò che passava dal suo corpo e traduceva in poesia le proprie esperienza fisiche. 

Arrivò ad amare il suo corpo, tanto da fare di esso un manifesto contro tutti coloro che lo opprimevano e ad affermarne la sacralità, paragonandolo alla virtuosa Terra dalla quale tutto ha inizio. 

La peculiarità della poesia della Merini è proprio la convivenza di questi due concezioni del corpo così tanto opposte, che portano anche il lettore a provare una sensazione di smarrimento nel momento della lettura. 

Il corpo quindi rappresenta un ostacolo, ma è anche portatore dell'anima: il compito del poeta diventa tormentare il corpo perchè scompaia e lasci posto al solo spirito.


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